Molte volte mi sono riflessa nello specchio avvertendo una dicotomia fra le due me. Una sconnessione fra l’essere e l’apparire. Triste nel cuore e sorridente nel ritratto, alla ricerca di una femminilità che non avvertivo più.

È stata un’amica a parlarmi dello yoga ormonale, una di quelle creature che si entusiasmano per ogni nuova moda, purché sia in.  A dire la verità, incontrandola dopo un certo tempo, mi era sembrata più luminosa, più brillante, ma l’ho attribuito alla mancanza di guai o a un qualche straordinario rimedio estetico.

Figurati se lo yoga, per di più ormonale, poteva fare quel miracolo. E cosa c’entravo io, ormai in menopausa, con le donne alla ricerca di una maternità perduta?  La fine del doloroso appuntamento mensile è stata una liberazione.
Ma la curiosità per tutto ciò che è nuovo mi ha spinto ad approfondire l’argomento e ho scoperto che la modulazione ormonale stimolata da questa pratica ha il benefico effetto di risvegliare il corpo e di aiutare la scoperta del sé.
Più che scoprirmi, io avevo bisogno di riconciliarmi con i miei errori, con lo stress, con le aspettative. In altre parole, avevo bisogno di tornare in sintonia con me stessa.

E poi questa pratica a metà fra l’atletica e l’equilibrismo non mi sembrava l’ideale per sentirsi a proprio agio: tutina aderente, piedi nudi sul tappeto, l’occhio che vaga alla ricerca delle imperfezioni altrui per mitigare il proprio senso di inadeguatezza. Quindi dubitavo di avere il coraggio di mettermi alla prova.

Ma, navigando sul web, mi sono imbattuta nel blog di Carla, così pacata e convincente da far scattare un’empatia istantanea. Se lei era frutto degli effetti benefici dello yoga ormonale, non c’era miglior testimonial. È allieva di una donna che, a più di novanta anni, è ancora in grado di mantenere posizioni acrobatiche impossibili ai più.

Ho provato a seguire un incontro di avvicinamento online. Ho indossato il giusto abbigliamento nel mio salone e con le tende che mi tenevano al riparo da sguardi indiscreti. Il tappetino era fin troppo morbido, per ammortizzare le cadute, più che eventuali, certe.
Il quadratino nello schermo mostrava il mio viso, insieme a quello di altri partecipanti. Solo alcune avevano il coraggio di mostrarsi a figura intera, tra questi due coraggiose attempate tonde come me.
C’era anche un baldo giovanotto in t-shirt e pantaloni. Stranamente, invece di intimidirmi, la sua presenza mi ha tranquillizzato, se non aveva vergogna lui, non avevo motivo di averne io.

Carla ha una voce onirica. Non ti addormenta, ma riesce a trasportarti in una specie di trance rilassante che rende il corpo più disponibile a seguire le indicazioni. Come se agisse autonomamente, certo di poter soddisfare la richiesta a dispetto della ragione che urla la sua contrarietà. La mia idea che tutto si svolgesse con un ritmo lento si è presto dissolta di fronte alla velocità dell’esecuzione. Ovvio, se si vuole risvegliare qualcosa bisogna suonarle un campanaccio nell’orecchio.

Non so come sia accaduto, ma ogni minuto in più mi rendeva consapevole del movimento e, soprattutto, della semplicità di adattamento. Alla fine, la fase defatigante mi ha riportato alla piacevole realtà: mi sono messa alla prova e l’ho superata.
Dopo il rituale “namastè” sono corsa allo specchio. Confesso, sono rimasta delusa. La dicotomia c’era ancora. Carla mi aveva avvertito, ci vuole pazienza e costanza nella pratica, non ci sono miracoli.

Così ho deciso di iscrivermi. Ho chiesto una prima lezione in presenza, ma da sola. La timidezza è dura a morire. Profumo orientale e un tè aromatico sono stati il benvenuto a casa di Carla. Ne è seguita una piacevole conversazione prima della lezione. Che meraviglia. La sua guida mi ha fatto scoprire muscoli del corpo che non sapevo di avere e la possibilità di farli funzionare in armonia, con movimenti veloci ma armoniosi e controllati. L’ora e volata, lasciando la certezza di voler continuare.
Mi sono convinta a partecipare ad un incontro di gruppo. Sembra che la condivisione sia uno dei punti di forza dello yoga. Più che ormonale, psicologico.

Sono certa che sarà una bella esperienza. Per ora ho una nuova amica, presto ne avrò molti di più.
Specchio, preparati. Sto tornando.

….

Ai profani potrebbe sembrare impossibile che una sequenza di movimenti, semplici ma precisi e metodici, possa avere effetti positivi riuscendo ad appagare il desiderio di una gravidanza, ma lo yoga ormonale si rivela spesso un valido aiuto, sinergico con la capacità della medicina tradizionale nel predisporre il corpo ad accogliere la gioia di un bambino.

Ma la procreazione non è il solo fine di questa pratica. Gli ormoni influiscono sul nostro benessere generale, fisico e psichico, non solo nelle donne ma anche negli uomini. Per questo si consiglia la pratica di coppia per chi desidera accogliere nuove vite, è importante percorrere insieme un cammino che aiuta anche nella riconquista della serenità necessaria ad affrontare un cambiamento radicale.
Ci sono altri momenti nei quali lo yoga ormonale può dare risposte: la menopausa, così critica e spesso accompagnata da sintomi poco gradevoli, e la più sfumata ma reale andropausa.

Non c’è disparità di sesso: il risveglio ormonale è benefico in qualunque fascia di età.

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