«È arrivata una nuova pratica che agisce su ovaie, ipofisi. tiroide e. favorisce la produzione di estrogeni» spiega Carla Nataloni, massima esperta italiana. Si rivolge in particolare alle donne sopra i 35 anni e a quelle in menopausa. Ma sta piacendo anche agli uomini.
È sempre più yoga-mania. Dalla disciplina originaria, tramandata dai Veda indiani oltre cinquemila anni fa, si sono diramate mille declinazioni diverse. L’ultima è lo yoga ormonale, inventato dalla psicologa brasiliana Dinah Rodrigues negli anni ’90, esportato in India, Usa, Canada, Nord Europa e arrivato di recente anche in Italia. Promette riequilibrio nella produzione degli ormoni, quindi ringiovanimento e benessere visibili in poco tempo, prima e durante la menopausa. La stessa Rodrigues ne è testimonial, con i suoi 92 anni portati come fossero 70, che tutt’ora pratica e divulga il suo metodo in giro per il mondo. In Italia lo rappresenta al meglio Carla Nataloni, formata direttamente con la creatrice dopo un lungo per-orso di yoga tradizionale in India.
Proporrà questa pratica al prossimo festival dello yoga a Milano.
Yoga ormonale: ce Io presenta?
Si tratta innanzi tutto di una pratica di yoga terapeutico. Mette insieme in forma dinamica asana, respirazione, mudra (particolari posizioni delle mani, ndr) e visualizzazioni che agiscono su ovaie, ipofisi e tiroide e favoriscono la produzione di estrogeni (gli ormoni femminili). Dinah lo mise a punto studiandolo su di sé: a 56 anni i medici le trovarono un livello ancora molto alto di ormoni grazie allo yoga che faceva quotidianamente, e la invitarono- a studiare una pratica specifica per rispondere alle esigenze di moltissime donne.
È rivolto solo a chi è in menopausa?
È consigliatissimo a tutte dopo i 35, per affrontare il calo fisiologico della produzione di, ormoni. E poi diventa davvero un toccasana durante la menopausa e la post menopausa. Non solo: è efficace in caso di irregolarità del ciclo, di ovaie policistiche, dolori mestruali, infertilità e altri problemi di squilibrio ormonale. E addirittura per il diabete, con posizioni ad hoc, indirizzando l’energia in organi e ghiandole mirate.
Come si pratica?
La sequenza intera dura trenta minuti e va ripetuta almeno quattro volte la settimana: premiano infatti la co-stanza e la perseveranza, primo passo, soprattutto nel nostro mondo che va di fretta, è entrare nell’idea di prendersi del tempo per sé, cominciando anche da cinque o dieci minuti al giorno. Si ispira a diverse tradizioni, ma la base è unire le posizioni a una respirazione potente (la respirazione bastrika o “del fuoco”) e poi indirizzare l’energia con visualizzazioni a determinate parti del corpo, a partire dalle ghiandole sessuali. Andrebbe praticato il mattino, perché rivitalizza molto, mentre la sera andrebbero fatti esercizi e respirazioni calmanti, per conciliare il riposo.
Quali sono i benefici concreti?
In tempi molto brevi già si sente nuova vitalità in tutto il corpo, addome e ovaie inclusi. Infatti, unendo le parti di questa sequenza, si vanno a massaggiare organi della muscolatura liscia, che non hanno altre occasioni di essere stimolati, e immediatamente si ha un effetto energetico. Le ghiandole producono più ormoni (alcuni studi fatti fare all’Università di San Paolo dalla Rodrigues testimoniano un aumento sino al 250 per cento), spariscono le vampate, la stanchezza e i disagi della menopausa.
Come ha incontrato questo yoga?
La mia storia è particolare. Avevo nove anni quando ho iniziato a praticare con la nonna paterna, alla fine degli anni ’70. Passiamo poi agli anni ’90, incontro di nuovo lo yoga e lo pratico con regolarità, seguendo infine la tradizione e la formazione di Sivananda. Trascorro molto tempo in India, faccio vita da ashram, mi affido a un maestro, Mansoor, che fa un po’ da ponte tra Oriente ed Occidente. Curiosa di varie altre tradizioni, nel 2015 ho incontrato Dinah a un seminario a Parigi, consigliata da un’amica. Nel 2016 ho terminato la formazione con lei.
Un amore a prima vista?
Rispondeva esattamente a quello che stavo cercando: sono andata in menopausa precoce a 44 anni, dopo due aborti spontanei non ho più avuto figli, e fin da piccola ho sofferto di terribili dolori mestruali. Ora infatti sono felice quando donne che frequentano i miei corsi mi dicono che stanno bene o sono riuscite a concepire. In un anno mi hanno avvicinato quasi mille donne.
Quali sono le differenze con lo yoga tradizionale?
Lo yoga ormonale è soprattutto finalizzato a portare benefici di salute, già inclusi nello yoga tradizionale, ma che qui vengono perseguiti specificamente. In ogni caso non è sostitutivo di un percorso di ricerca interiore.
Oggi impazza la yogamania in mille varianti. É possibile ‘aggiornare’ una disciplina millenaria come lo yoga?
In Occidente sicuramente ha preso un’impronta più fisica. Lo scopo dello yoga è abbattere l’ego, riunire al sé. Ci sono degli aspetti limite in questa moda, ma la penso esattamente come il mio Maestro Mansoor: l’importante è in qualche modo avvicinarsi alla pratica, poi saranno altre spinte interiori a far proseguire il cammino a chi deve andare avanti.
Qual è il più grande insegnamento che l’Oriente può dare oggi all’Occidente?
Una maggiore presenza nel tempo che, se diventa solo un tempo di fuga, produce tutti i danni dello stress. Vivere nel respiro, nel presente.
Perché sono soprattutto le donne a praticare yoga?
Originariamente in India era una pratica maschile. Il fatto, è che da noi viene vissuto come una pratica calma, che non crea muscoli, che rende meno maschi. Ma anche questa tendenza sta cambiando. Infatti ora, sempre seguendo sequenze specifiche della Rodrigues, insegno anche agli uomini.
E come reagiscono?
Ci stanno. Anche loro devono affrontare la riduzione ormonale che segue allo stress e all’età…
Intervista di Giulia Calligaro a Carla Nataloni – io DONNA 13 OTTOBRE 2018